Si complica la vicenda Brexit: altro retromarcia della May

Si complica la vicenda Brexit: altro retromarcia della May

Voltafaccia della premier sui cittadini UE.

La Brexit, come si temeva, e forse si sapeva già, non tende a risolversi. Sono troppe le implicazioni e gli accordi che intrecciano il destino degli Stati aderenti.

Un nuovo colpo agli sviluppi dell’uscita del Regno Unito dalla comunità arriva dalla stessa premier inglese Theresa May. La leader si rimangia tutto quanto aveva fino a ieri garantito. I cittadini che arriveranno nello United Kingdom nel periodo di transizione NON avranno gli stessi diritti di chi immigrò precedentemente.

La decisione appare alla maggior parte degli osservatori una manovra strategica della May. Complicare la trattativa potrebbe infatti da una parte accontentare l’ala più intransigente dei Conservatori, i quali accusano la premier di fare troppe concessioni. Ma nello stesso tempo ottiene anche un effetto strategico e psicologico di ordine opposto.

Il rapporto segreto governativo

Recentemente è stato pubblicato un rapporto segreto governativo britannico che enuncia i numerosi e gravi danni che il Regno subirà in conseguenza all’uscita. Questa ulteriore presa di posizione critica farebbe emergere ulteriori dubbi tra la popolazione circa l’opportunità della manovra.

Bruxelles ritiene questo punto fondamentale e irrinunciabile. La Gran Bretagna corre quindi il rischio di trovarsi fuori dalla UE ottenendo sostanzialmente solo danni e non benefici. Lo status dei cittadini comunitari infatti graverebbe non poco sull’efficacia dell’abbandono.

Creando i presupposti di una trattativa “impossibile” si farebbe strada una maggiore convinzione al ritorno alle urne per ridiscutere la decisione.

Si tratterebbe quindi, sempre secondo alcuni analisti, di una ricerca di via d’uscita inglese ad una situazione che finora ha premiato la demagogia e penalizzato la sostanza.

Questione politica

Il tema diviene, almeno per gli elettori più attenti, un rebus politico di non poco conto anche riguardo alle politiche nazionali. In Italia si voterà tra circa 30 giorni e chi segue coerentemente le cronache politiche potrebbe trarne illuminazioni anche sulla posizione dei più scatenati tra i partiti che vorrebbero prendere distanze dall’Euro e dall’Europa.

 

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